Vera, scomparsa da bambina, ritorna dieci anni dopo con una memoria che vacilla tra due personalità.
Un film di Beniamino Catena. Vera è una bambina di 10 anni che un giorno, mentre è in compagnia di un suo insegnante, scompare, come si teme, in mare. Contemporaneamente un addetto
al controllo di enormi antenne paraboliche in Cile sembra morire per poi tornare in vita sentendo di essere Vera.
Catena riesce nell’impresa grazie al controllo di una sceneggiatura scritta a più mani che rischia a ogni piè sospinto di scivolare in una dimensione surreale e viene invece sempre
ricondotta alle domande di base, prima fra tutte quella relativa ai legami del sangue, con la parte femminile più pronta ad avvertirli e riconoscerli e quella maschile (nell’ambito di un
duplice rapporto padre/figlia) più in difficoltà. Tutto questo, soprattutto nella prima parte del film viene sostenuto da un magistrale sguardo sullo spazio che, nel contrasto tra i boschi
liguri e il deserto cileno, assume una rilevanza notevole.
Se la Vera bambina è perfettamente a suo agio negli spazi accoglienti del verde italico, salvo poi lasciarsi andare a scomparire una volta giunta dall’alto dinanzi al mare, l’operaio cileno si perde, per poi ritrovarsi in un’alterità difficile da comprendere, nella vastità di uno spazio arido e assolato.
C’è inoltre, fortemente evocativa, l’immagine di quegli agglomerati di enormi parabole satellitari finalizzate a rendere visibile ciò che apparentemente in quel deserto non lo è. L’inserimento
del rito dello spargimento in mare delle ceneri dell’amato cane di Vera inserisce poi sin dalle prime battute il rapporto con la morte di un essere a cui si è voluto bene offrendo
ulteriore materia di riflessione a un film in cui tutti gli attori (Marta Gastini e Anita Caprioli in primis) offrono un contributo professionale tarato ognuno sulla giusta misura.
Regia: Beniamino Catena
Cast: Marta Gastini, Anita Caprioli, Marcelo Alonso, Manuela Martelli, Davide Iacopini
Genere: Thriller
Distribuzione: No.Mad Entertainment