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Sean Baker torna al cinema per raccontare la storia di una spogliarellista. “Anora” Vincitore della Palma d’Oro per il miglior film alla 77esima edizione del Festival di Cannes

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Anora è una fiaba urbana che mostra la finzione di un sogno dal risveglio malinconico

Vincitore della Palma d’Oro per il miglior film alla 77esima edizione del Festival di Cannes “Anora” dalla regia di Sean Baker verrà distribuito nei cinema italiani a partire dal 7 novembre. Un progetto che ha note nostalgiche alla Pretty Woman vede come protagonista la giovane Anora (Mikey Madison), da cui prende il nome il film, una spogliarellista di Brooklyn di origini uzbeke. Sognando la fiaba di una principessa, la ragazza incontra e sposa Yvan, il viziato ed immaturo figlio di un oligarca russo, ma quella che sembra essere una storia d’amore travolgente si trasforma in una rocambolesca parentesi.

 

 

Una volta raggiunta la notizia del matrimonio la famiglia del ragazzo, attraverso una serie di eventi comici e drammatici, ostacolerà fin da subito l’unione dei due neosposi. Una commedia noir che assimila ele- menti pop e grotteschi e pone l’attenzione sul settore del sex worker, Sean Baker torna al cinema raccontando nuovamente storie che analizzano la vita di persone che abitano contesti complessi e invisibili, in questo caso le vicende di una giovane donna che lavora in uno strip club e che lotta a denti stretti per la propria indipendenza.
Anora diventa la protagonista di una favola contemporanea e audace, incarna un personaggio che ricorda una Cenerentola dell’epoca moderna che incuriosisce il pubblico essendo lei stessa una figura moralmente ambigua che diventa parte integrante di una commedia che sviscera la caoticità di un sistema basato sul capitalismo. Sean Baker permette ai suoi personaggi di essere persone imperfette e complicate senza tanti fronzoli, elevando gli emarginati e portando lo spettatore ad entrare in empatia familiarizzando con il personaggio.
L’umorismo mirato utilizzato nel film è necessario per costruire al meglio una narrazione che supporta lo sviluppo di storie di questo genere, come ha dichiarato lo stesso regista l’intento di servirsi dell’aspetto più divertente ha aiutato a descrivere al meglio storie umane, storie universali. Conosciuta già nel ruolo di Sadie, la criminale guidata da Charles Manson, in C’era una volta a Hollywood, l’attrice Mikey Madison, per prepararsi al meglio al suo ruolo è stata affiancata da un insegnante di danza lavorando a stretto contatto con consulenti esperti nel mondo del sex worker.

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