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THE BRUTALIST

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CANDIDATO A DIECI PREMI OSCAR®
TRA CUI, MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGISTA E MIGLIOR ATTORE

THE BRUTALIST COMBINA L’ARCHITETTURA MODERNA E IL TRAUMA PROVATO DEL DOPOGUERRA

Brady Corbet dirige una toccante e ambiziosa epopea americana che vede il visionario architetto ungherese brutalista, László Tóth, protagonista di un viaggio lacerante e imponente

IL VISIONARIO ARCHITETTO EBREO UNGHERESE LÁSZLÓ TÓTH, TERMINATA LA SECONDA GUERRA MONDIALE E SCAMPATO AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO NAZISTA DI BUCHENWALD, emigra negli Stati Uniti con l’obbiettivo di ricostruire la sua vita e il suo matrimonio con la moglie Erzsébet, separati crudelmente a causa del regime oppressivo. Stabilito in Pennsylvania, l’architetto incontra un ricco e influente industriale, Harrison Lee Van Buren, che viene a conoscenza della sua
reputazione europea e riconosce le abilità brutaliste dell’architetto commissionandogli ambiziosi progetti architettonici. Abilità che daranno vita a diversi giochi di potere scottanti, risaltandone la personalità determinata e senza compromessi di László. “The Brutalist” si inserisce come il terzo lungometraggio del regista Brady Corbet e citando le opere degli degli scrittori W. G. Sebald e V. S. Naipaul osserva, attraverso personaggi immaginari, specifici avvenimenti e periodi storici.
La scelta del brutalismo, ha dichiarato il regista, diventa metafora di un qualcosa che le persone non comprendono e per questo vogliono eradicare e distruggere.
La pellicola analizza le difficili sfide dell’assimilazione culturale, il ruolo fondamentale degli immigrati svolto durante il boom americano del dopoguerra e gli strani giochi di potere tra le classi. Ma non solo, il film parla anche di dipendenza, di sfruttamento sessuale e di razzismo, difatti lo stesso László, a malapena, viene accettato all’interno della cerchia del magnate Harrison. Le intenzioni del regista rimandano ad un cinema epico di vecchia tradizione, dalla durata di tre ore e mezza, concepito dieci anni fa e realizzato in sei anni. “The Brutalist” che ha vinto in tre categorie principali ai Golden Globe (miglior film drammatico, miglior regista e miglior attore), candidandosi come favorito per i prossimi Oscar, potrebbe essere una vera e propria scoperta per il mondo cinematografico odierno diventando un ritratto degli orrori persistenti della guerra, Il regista, assieme ad altri colleghi come Christopher Nolan, è uno dei pochi cineasti che sostengono il formato in pellicola e non digitali, difatti il film è stato girato in pellicola da 70mm. Una delle altre particolarità citate è l’aver inserito nel film un intervallo che non ferma la proiezione ma per 15 minuti viene proiettato un conto alla rovescia che segna l’inizio del secondo tempo, una modalità di visione che ricorda gli anni ’50 e ’60.
Tra i protagonisti ritroviamo il premio Oscar Adrien Brody, che ha sviluppato un particolare legame con “The Brutalist” dichiarando di essersi preparato una vita intera per la complessità di questo ruolo che affronta temi molto personali vicini all’attore.

VINCITORE DEL GOLDEN GLOBE COME MIGLIORE ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO E IN CORSA VERSO L’OSCAR, ADRIEN BRODY È ONORATO DI RACCONTARE GLI IMMIGRATI IN UN FILM IN CUI IL SUO RUOLO RICHIAMA LA SUA STORIA FAMILIARE

Regia: Brady Corbet
Cast: Adrien Brody, Felicity Jones, Guy Pearce, Joe Alwyn, Raffey Cassidy, Isaach De Bankolé, Jonathan Hyde, Emma Laird, Stacy Martin, Alessandro Nivola, Peter Polycarpou, Michael Epp
Genere: Drammatico
Distribuzione: Universal Pictures

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