Il film, girato nel corso di tre anni sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, racconta la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida ..Il film nasce con una necessità: dopo Fuocoammare andare dall’altra parte del mare, avvicinandosi ad un mondo complesso, per me sconosciuto nei luoghi, nei linguaggi, nei confini”, ha spiegato Rosi
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